Nuove cure per acufeni: la stimolazione bimodale

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L’acufene è un disturbo audiologico molto frequente. Ad oggi, circa 3 milioni di italiani soffrono di questo disturbo. Si tratta di una fastidiosa sensazione di ronzio o fischio nelle orecchie, dovuta ad un’alterazione della via dell’udito.

Questa sensazione a seconda dei casi può essere vissuta come leggero disturbo o come un problema severo che altera pesantemente la qualità della vita quotidiana.

Nonostante la sua ampia diffusione, l’acufene è ancora oggetto di studio, sia per quanto riguarda i criteri diagnostici, sia per quanto riguarda gli approcci terapeutici.

 

Tuttavia, recenti ricerche nel campo delle neuroscienze hanno portato ad una promettente soluzione: la “stimolazione bimodale”. Questo metodo innovativo offre una nuova cura per coloro che soffrono di acufene cronico, proponendo un approccio non invasivo e basato sull’evidenza scientifica per ridurre significativamente i sintomi.

 

Cos’è l’acufene?

 

L’acufene è un sintomo che deriva da un’alterazione dell’udito. Volendo semplificare, il processo etiopatologico è il seguente:

  1. A causa di vari fattori come l’esposizione a suoni molto forti, l’assunzione di farmaci tossici per l’udito, problemi vascolari, patologie varie si viene a creare un danno dell’orecchio interno.
  2. Il tentativo del corpo di riparare il danno genera un’attività elettrica del nervo uditivo che determina la comparsa del “suono fantasma”, un suono che non ha un corrisponente oggettivo nell’ambiente ma è presente solo all’interno del nostro cervello.
  3. Si vengono a creare delle circostanze che amplificano questo suono, facendolo arrivare alla corteccia uditiva. A questo punto il paziente sentirà il suono, se ne preoccuperà e da quel momento il suono fantasma diventerà un disturbo più o meno grave con tendenza all’andamento cronico.

Tra le circostanze che facilitano la percezione dell’acufene ci sono tutti gli stati di stress psico emotivo e le disfunzioni mandibolari e cervicali.

 

In cosa consiste la stimolazione bimodale?

 

Alla base della stimolazione bimodale c’è il concetto che per curare l’acufene è necessario lavorare a livello del sistema nervoso centrale, andando a smontare tutti i meccanismi che fanno percepire il suono fantasma.

Importanti studi di neurofisiologia hanno messo in evidenza che a questi risultati è possibile arrivare stimolando il cervello attraverso due canali: la via uditiva e la via trigeminale.

Il trattamento si basa sul principio che il coinvolgimento simultaneo di più sensi può indurre il cervello a ridurre l’attività elettrica irregolare responsabile delle percezioni uditive indesiderate.

Stimolazione uditiva: consiste nell’inviare al cervello stimoli sonori in grado di modificarne il funzionamento. Si tratta di una fisioterapia sonora. Il paziente ascolta dei suoni ben precisi che vanno a stimolare le aree della corteccia uditiva responsabili della percezione dell’acufene, cambiandole in modo da smorzare il sintomo.

Stimolazione trigeminale: consiste nell’utilizzare il nervo Trigemino per rilassare il cervello, riducendo di conseguenza la percezione dell’acufene.
Questo nervo è il principale nervo della bocca: innerva i denti, ma anche i muscoli, le ossa mascellari e la lingua. Il Trigemino ha un impatto importante sul cervello.  A seconda del suo stato, può attivare il cervello, rendendolo più sensibile e amplificando l’acufene oppure può rilassare il cervello portando ad una minor percezione dell’acufene.

La stimolazione trigeminale può essere condotta in vario modo:

  • curando tutte le disfunzioni della bocca, della mandibola, dei muscoli masticatori. In questo caso attraverso un percorso di Riabilitazione Gnatologica Neuro Mio Fasciale si utilizzeranno speciali bite dentali e apparecchi molto individualizzati che armonizzeranno le funzioni del distretto cranio cervico mandibolare
  • attraverso una elettrostimolazione della lingua, eseguita con apparecchi specifici.

 

Quali sono i possibili percorsi di trattamento dell’acufene con stimolazione bimodale?

 

La stimolazione bimodale può essere condotta o in modo standardizzato utilizzando specifici dispositivi o in modo individualizzato seguendo dei percorsi personalizzati.

Stimolazione bimodale con dispositivi medici: Il trattamento utilizza un dispositivo specificamente progettato. Questo dispositivo è solitamente dotato di cuffie e di un applicatore che trasmette stimolazioni tattili. Durante una sessione, il paziente avverte suoni di diversa frequenza tramite le cuffie, che sono accuratamente sincronizzati con lievi impulsi elettrici inviati sulla lingua.

La stimolazione prevede sessioni giornaliere della durata di almeno 30 minuti che il paziente potrà fare autonomamente a casa.

La durata del percorso è di almeno 12 mesi e necessita della prescrizione e della supervisione del medico specialista in audiologia.

 

Percorso di stimolazione bimodale personalizzato:

In questi casi il paziente si sottopone contemporaneamente a due percorsi di cura dell’acufene:

la Terapia Gnatologica Neuro Mio Fasciale: condotta con bite speciali (ronmf) o con speciali apparecchi di stimolazione linguale, prescritti e realizzati dallo gnatologo specialista, dopo un accurato esame delle disfunzioni del paziente e delle sue necessità di riabilitazione  del distretto mandibolo cranico o cervicale e di stimolazione trigeminale

la Stimolazione Sonora:

Dopo una diagnosi esatta delle caratteristiche individuali dell’acufene del paziente, eseguita da un ingegnere del suono, specializzato nella stimolazione sonora per gli acufeni, vengono forniti al paziente dei file sonori che dovrà ascoltare a casa per 10 minuti tre volte al giorno, utilizzando delle cuffie specifiche. Questi file vengono modificati di settimana in settimana, sulla base dei cambiamenti dell’acufene e del rilassamento del sistema nervoso centrale ottenuto attraverso la terapia gnatologica neuro mio fasciale.

Il percorso di stimolazione bimodale personalizzato prevede una stretta collaborazione tra Gnatologo Neuro Mio Fasciale ed ingegnere del suono. Lavorando sulle caratteristiche specifiche dell’acufene del paziente è un percorso altamente individualizzato e per questo molto efficace. La sua durata complessiva è di 10 settimane. Un tempo molto breve che consente una rieducazione del sistema uditivo in modo da ridurre la percezione dell’acufene sino alla sua scomparsa.

 

Quali sono i vantaggi della stimolazione bimodale?

 

Uno dei principali vantaggi di questa tecnica è la sua natura non invasiva e la facilità di utilizzo. I pazienti possono sottoporsi a trattamenti in condizioni di sicurezza e comfort, spesso con la possibilità di gestire autonomamente la terapia a casa.

Studi recenti hanno dimostrato che la stimolazione bimodale non solo può ridurre l’intensità dell’acufene, ma migliorare anche la qualità del sonno e la concentrazione nei pazienti trattati.

 

Candidati ideali per il trattamento

 

Il trattamento con stimolazione bimodale è particolarmente indicato per coloro che non hanno trovato sollievo attraverso metodi convenzionali. È adatto a pazienti di tutte le età, compresi coloro che soffrono di acufene sia acuto che cronico. Tuttavia, è essenziale consultare un professionista qualificato per una valutazione approfondita al fine di determinare l’idoneità al trattamento, soprattutto per individuare la causa sottostante dell’acufene e garantire che non ci siano controindicazioni specifiche.

 

In conclusione, la stimolazione bimodale rappresenta un’innovazione significativa nel trattamento dell’acufene, offrendo un’opzione terapeutica alternativa che promette miglioramenti sostanziali nella gestione dei sintomi. Per chi cerca una soluzione al fastidioso problema dell’acufene, questo approccio potrebbe segnare il punto di svolta nella ricerca di una cura efficace a questo disturbo.

Pensi di soffrire di acufene?

La Dott.ssa Paola Miglietta e lequipe dello studio Miglietta sono pronti ad aiutarti e seguirti nel percorso di cura.