La Dottoressa Paola Miglietta vanta un’esperienza ventennale nel campo della gnatologia neuro mio fasciale.
Il bruxismo è un comportamento catalogato all’interno delle parafunzioni, cioè funzioni alternative che affiancano le funzioni principali del sistema stomatognatico (bocca).
Consiste nel serrare e/o digrignare i denti. Tale dinamica generalmente avviene in modo inconscio, senza che il paziente se ne renda conto, e può essere sia notturna che diurna. Nel serramento il paziente stringe forte i denti tra loro. Questa attività, tossica per il distretto cranio cervico mandibolare, stressa moltissimo tutte le strutture della bocca. In primo luogo i muscoli i quali moltiplicano il loro lavoro, pertanto si affaticano, si infiammano ed entrano in disfunzione provocando dolore.
Tipico è il dolore alle tempie, alle guance, agli angoli della mandibola. Ma il dolore interessa anche il tratto cervicale, poiché il serramento influenza anche la postura del cranio e del collo, affaticando anche la muscolatura di questi distretti. La forza muscolare, generata nel serramento, ha un impatto violento anche sulle altre strutture della bocca, denti e sulle articolazioni temporo mandibolari. Se in generale, durante l’occlusione dentale, la forza che sopportano i molari è di circa 75/80 Kg, questa forza nel serramento aumenta fino a duplicarsi. Ne deriva uno stress altissimo per i denti, per le articolazioni che per tante ore al giorno dovranno resistere a queste forze.
I sintomi possibili saranno dolore, sensibilità, mobilità e fratture dentarie. A carico delle articolazioni temporo mandibolari, i pazienti potranno presentare una vasta gamma di disturbi: dal dolore a tutti i sintomi dell’incoordinazione condilo meniscale come click, schiocchi, problemi nei movimenti mandibolari.
A differenza del serramento, nel digrignamento il paziente tende a strisciare i denti tra loro, generando delle forze che si scompongono nelle varie direzioni, danneggiando la dentatura. I denti appariranno smussati a vari livelli, fino a perdere completamente la loro anatomia e la loro altezza. È questo il caso delle dentature abrase o usurate (worn dentition). Le forze generate dal digrignamento sono dannose per le strutture del distretto cranio cervico mandibolare tanto quanto quelle prodotte dal serramento.
Il bruxismo sembra essere una modalità con cui il nostro sistema nervoso centrale cerca di affrontare e sopportare lo stress, è un modo per attenuarne gli effetti. Quindi in un certo senso è una modalità di compenso che però, a lungo andare, finisce per danneggiarci.
I cambiamenti dello stile di vita ci hanno portato a dover vivere dinamiche sempre più stressanti, ritmi e richieste di prestazioni superiori a quanto siamo predisposti a tollerare. É questa la ragione per cui il bruxismo oggi è molto diffuso. Circa il 40 % della popolazione ne soffre e di questo, circa il 10-15 % in modo grave.
Da quanto abbiamo detto, si può comprendere che la cura del bruxismo dovrebbe essere un percorso di rilassamento e di riabilitazione psico emotiva del paziente. L’intervento dello gnatologo, in questo tipo di problema, è finalizzato a creare le condizioni affinché le strutture del distretto cranio cervico mandibolare lavorino in armonia, senza affaticamento. Questo le renderà più forti, consentendo una maggior resistenza allo stress generato dalla parafunzione. La prescrizione di un bite di protezione dentale per i pazienti con bruxismo è una pratica molto frequente. Purtroppo, questo approccio non è sempre indicato e può esporre il paziente al rischio di un peggioramento dei sintomi. Infatti, non tutti posso beneficiare di un bite dentale. Inoltre il bite, se non eseguito correttamente e in modo individualizzato, a lungo andare può essere causa di un ulteriore affaticamento e danno delle strutture del distretto cranio cervico mandibolare. Pertanto, la scelta di utilizzare un bite dentale deve sempre essere supportata da un’attenta valutazione gnatologica del paziente.