I Bite dentali sono un dispositivo medico molto utilizzato in gnatologia. Si tratta di apparecchi di resina trasparente, rimovibili, che vengono posizionati tra le arcate dentarie, appoggiandoli sull’arcata inferiore o superiore con differenti obiettivi terapeutici. A seconda degli impieghi questi dispositivi medici possono essere realizzati con siliconi morbidi, come nel caso di paradenti impiegati in alcuni sport, o in resine dure, trasparenti. Possono avere forme differenti:
Ogni tipo di bite ha il suo specifico impiego. Per esempio, il bite dentale, che in generale è il più diffuso e il più conosciuto dai pazienti, è quello utilizzato nel bruxismo. Si tratta di bite rigidi, con superficie piatta, che il paziente indossa per lo più nelle ore notturne. L’indicazione non è assolutamente la cura del bruxismo, perché come vedremo il bruxismo si cura lavorando sul sistema nervoso centrale, ma è la protezione dei denti, dei muscoli masticatori e delle articolazioni temporo mandibolari dai danni derivanti dal bruxismo.
Il bruxismo è un comportamento catalogato all’interno delle parafunzioni, cioè funzioni alternative che affiancano le funzioni principali del sistema stomatognatico. Si tratta di comportamenti come il serrare i denti o il digrignare i denti.
E’ una dinamica inconscia, per cui il paziente non ne ha consapevolezza finché non compaiono i sintomi, o finché se si tratta di digrignamento, non viene segnalato dal marito, dalla moglie, da un parente o un amico che di notte sente il rumore generato da questo digrignare i denti in modo continuo.
Va detto anche che il bruxismo non è una dinamica solo notturna. Nei casi più gravi il paziente serra o digrigna anche di giorno.
Il bruxismo sembra essere una modalità con cui il nostro sistema nervoso centrale cerca di affrontare e sopportare lo stress, è un modo per attenuare gli effetti centrali dello stress. Quindi in un certo senso è una dinamica di compenso che però a lungo andare finisce per danneggiarci.
I cambiamenti dello stile di vita ci hanno portato a dover vivere dinamiche sempre più stressanti, ritmi e richieste di prestazioni superiori a quanto siamo predisposti a tollerare. E’ questa la ragione per cui il bruxismo è oggi molto diffuso. Circa il 40 % della popolazione ne soffre e di questo circa il 10-15 % ne soffre in maniera grave.
Nel serramento dentale il paziente stringe forte i denti tra loro. Questa attività stressa, moltissimo, tutte le strutture della bocca. In primo luogo i muscoli i quali con questa attività lavorano molto di più del normale, pertanto si affaticano, si infiammano ed entrano in disfunzione provocando dolore (dolore mio fasciale della muscolatura masticatoria).
Tipici sono il dolore alle tempie, il dolore alle guance, il dolore alla mandibola. Ma il dolore interessa anche il tratto cervicale (dolore cervicale o cervicalgia da bruxismo), perché il serramento dentale influenza anche la postura del cranio e del collo, affaticando anche la muscolatura di questi distretti. La forza muscolare generata nel serramento ha un impatto violento anche sulle altre strutture della bocca, denti e articolazioni temporo mandibolari. Se in generale durante l’occlusione dentale la forza che sopportano molari è di circa 75/80 Kg, questa forza si moltiplica nel serramento potendosi duplicare. Questo chiaramente stanca tantissimo sia i denti che le articolazioni che per tante ore al giorno dovranno resistere a queste forze.
Potranno comparire dolore dentale , sensibilità dentale, mobilità dentale , fratture dentarie, erosioni dentarie e a carico delle articolazioni i pazienti potranno presentare una vasta gamma di disturbi, dal dolore mandibolare, che anche in questo caso è molto frequente, a tutti i sintomi dell’incoordinazione condilo meniscale, quindi click mandibolari, schiocchi mandibolari, alterazione dei movimenti mandibolari.
A differenza del serramento dentale, il paziente che digrigna i denti, tende a strisciare i denti tra loro, generando delle forze non solo verticali, che si scompongono nelle varie direzioni, consumando i denti che appariranno smussati a vari livelli, fino a perdere completamente la loro anatomia e la loro altezza (erosioni dentali, abrasioni dentali, worn dentition)
Le forze generate dal digrignamento dentale sono dannose per le strutture del distretto cranio cervico mandibolare tanto quanto quelle prodotte dal serramento dentale.
In conclusione, da quanto abbiamo detto si capisce che la cura del bruxismo dovrebbe essere un percorso di rilassamento e di riabilitazione psico emotiva del paziente. Il bite dentale in questi pazienti ha come obiettivo innanzi tutto quello di proteggere dal danno che questa abitudine genera nelle strutture della bocca, inoltre, se eseguito correttamente, il bite evita l’attivazione di recettori parodontali da cui dipende poi l’innesco di un feedback neuromuscolare con la contrazione dei muscoli.
La Dott.ssa Paola Miglietta e l’equipe dello studio Miglietta sono pronti ad aiutarti e seguirti nella cura e successiva riabilitazione del bruxismo.